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Raffaello Tonon, la risposta di BenessereCapelli: il patch cutaneo è una nostra esclusiva, solo noi sappiamo trattarlo

Raffaello Tonon BenessereCapelli
Raffaello Tonon BenessereCapelli

Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare dell’incidente avvenuto a Raffaello Tonon, durante la diretta di un programma televisivo

Ultimamente si è molto parlato dell’incidente accaduto a Raffaello Tonon durante una trasmissione televisiva in diretta.

Nell’episodio dedicato al turismo estetico e ai trapianti di capelli, l’opinionista ha sollevato il patch, suscitando sorpresa nei conduttori.

Pochi giorni dopo, su Novella 2000, la rivista diretta da Roberto Alessi, Tonon ha riconosciuto il suo errore, spiegando il motivo per cui il Patch Cutaneo si è staccato.

Il patch è meraviglioso, ho sbagliato io. Mi sono toccato i capelli e un lato del patch cutaneo si è sollevato, mostrando il dispositivo parzialmente scollato”.

Raffaello Tonon
Raffaello Tonon

È stato un momento imbarazzante ha ammesso l’ex gieffino, aggiungendo: “Il problema è derivato dal fatto che, a causa dei miei impegni televisivi, ho optato per un parrucchiere di Modena per un servizio rapido.
Questo parrucchiere sosteneva di poter gestire il Patch Cutaneo, ma non era autorizzato né formato adeguatamente dall’azienda produttrice.
Di conseguenza, l’applicazione non è stata eseguita correttamente e il dispositivo si è staccato durante la diretta. Solo i professionisti autorizzati dal produttore possono garantire un’applicazione corretta e sicura. L’ho capito anche io, a mie spese”.

Il conduttore televisivo ha quindi fatto marcia indietro, ammettendo di non aver gestito correttamente il Patch, come affermato dall’azienda dopo l’incidente.

BenessereCapelli è l’unica azienda abilitata a questo trattamento, che ha migliorato la vita di molte persone non solo dal punto di vista estetico ma anche psicologico.

Il Patch Cutaneo è un marchio registrato di proprietà esclusiva di BenessereCapelli, gestito e venduto solo nelle diciotto strutture di BenessereCapelli, dove solo il personale specializzato e altamente qualificato è in grado di trattarlo.

In altre parole, l’errore di valutazione di Tonon non è stato assolutamente un tentativo di screditare un’azienda seria e competente come BenessereCapelli, che si impegna a risolvere un problema così importante e invalidante.

Parlando del suo esclusivo prodotto, il Patch Cutaneo, l’azienda ha spiegato: “Il patch cutaneo è un’integrazione di capelli non chirurgica, non invasiva e reversibile, simile a una supercar. Richiede manutenzione presso la casa costruttrice, eseguibile solo nei diciotto centri specializzati di BenessereCapelli, seguendo i protocolli forniti”.

Questo chiarisce definitivamente la dinamica dell’incidente.

“Il patch cutaneo è un brevetto che offre un trapianto di capelli non chirurgico realizzato su misura con capelli veri, che vengono iniettati in un dispositivo poi applicato alla cute con collanti medicali.
È un metodo rivoluzionario, completamente diverso dai tradizionali parrucchini o protesi ed è pensato per essere indossato continuamente, offrendo un risultato naturale e invisibile” spiega BenessereCapelli parlando del suo prodotto.

Come accade spesso, quando si tratta di fragilità, il mercato diventa spietato e promette di avere la soluzione al problema, come nel caso di coloro che dicono di poter vendere e trattare il Patch Cutaneo.

Affidarsi a terzi non autorizzati può causare non pochi problemi, come nel caso di Tonon

Bisogna diffidare dei negozi di parrucchieri o centri che affermano di avere il patch cutaneo e che in realtà vendono protesi sotto falso nome.

È fondamentale sensibilizzare anche sul tricobullismo, una piaga che colpisce molte persone che hanno perso i capelli.

Dopo l’incidente televisivo, Tonon è stato attaccato sui social e ha commentato: “Il tricobullismo è inaccettabile. Le persone che soffrono di calvizie già affrontano un disagio significativo, e lo so bene. Deridere qualcuno per un incidente tecnico è semplicemente crudele”.

Ridere della disabilità di un cliente significa offendere coloro che lavorano ogni giorno per aiutare concretamente chi soffre di un problema che, a livello psicologico, è vissuto in modo devastante.

A cura di Mario Altomura

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