Il dj producer veneto Nicola Brusegan è un vero talento della musica elettronica italiana. Quella che guarda al mondo con ispirazione e idee innovative. La sua label, Oblivium Records, è specializzata in musica techno. Sul versante house la sua collaborazione è ben salda con Diego Broggio e con la sua etichetta Streetlab Records, che fa parte del vasto e prolifico universo musicale Jaywork Music Group, network di talenti ed etichette italiane in crescita costante e con a capo i veterani Luca Peruzzi e Luca Facchini. “La collaborazione con Jaywork Music Group nasce dalla stretta amicizia tra me e Diego Broggio”, spiega l’artista. “Insieme, stiamo cercando di riportare in auge un sound più ricercato, anche con l’aiuto anche di nuovi nomi emergenti, non solo italiani”.
Che rapporto hai con la musica?
“Mi sono fatto le ossa in un laboratorio per pianoforti. Per anni ho studiato e lavorato come tecnico ed accordatore di pianoforte. Nel ’96 resto folgorato dalla figura del dj. Dieci anni dopo inizio anche a produrre musica. Sono attualmente a capo della Oblivium Records. In poche parole, tutta la mia vita ruota attorno alla musica”
Come definiresti la tua musica? E come la racconteresti?
“La mia musica nasce dalla passione per la classic house, sono un amante del groove in stile Detroit, oltre che dei suoni deep house ed old school”.
Ci racconti com’è nata la tua più recente produzione?
“E’ il frutto di un’ispirazione particolare, e di tante notti in studio. E’ il primo vinile di Oblivium Records, con remix di Luciano, Chriss Carrier, Lil’ Mark. Sarà disponibile solo su vinile”.
Chi sono gli artisti che ti hanno influenzato di più e perché?
“Sicuramente Delano Smith, 2Villas, Arpa su tutti”.
Che musica ascolteremo e balleremo nell’estate ’23?
“Da amante dell’underground, sento in giro molto sonorità dub-house, ricche di melodie elettroniche”.
Come vedi la scena musicale italiana in questo periodo? I club, i festival, il pop, l’elettronica, la trap… Ci fai una panoramica?
“Dopo la pandemia, sicuramente nel panorama musicale, sia in Italia che in Europa, sono nate molte situazioni ‘club’, tante volte volte gestite dagli stessi dj, ma con una mentalità più aperta alle collaborazioni”.
C’è qualche giovane artista italiano di talento non ancora così famoso che vuoi segnalarci?
“Uno dei miei artisti italiani preferiti è sicuramente FLAZE, che farà parte anche del secondo progetto su vinile Oblivium”.
Qual è il futuro del music business secondo te?
“Le label underground guadagnano molto con Bandcamp, questa piattaforma la vedo molto bene anche per il futuro”.
E come vedi invece il tuo futuro nella musica come artista?
“E’ molto importante, ora, come artista, essere anche produttore di se stessi, per cercare di entrare in qualche agenzia o in qualche label che possa gestire le tue serate”.