Stefano Primaluce è la metà della rock band Primaluce che con l’album Nives fa il tutto esaurito delle copie stampate. Il suo alter ego producer si muove tra Parigi e Marsiglia. Dal 2012 inizia a produrre musica elettronica & dance con lo pseudonimo Firstlight entrando nelle classifiche di Spagna e Italia con produzione future-house.
Sei ormai al secondo singolo con il cantante Alessio Novi. Quali sono i segreti del vostro sodalizio?
“Penso che il modo migliore per durare più a lungo sia quello di fare sempre quello che sia più giusto, senza soccombere e arrendersi alle aspettative degli altri. Questa volta abbiamo prodotto un brano pop in italiano con sonorità synth-wave anni Ottanta. Una sorta di inno post-pandemico!
Come ti sei avvicinato alla musica elettronica?
“Avevo quindici anni. Iniziai ad ascoltare Jean-Michel Jarre, Vangelis, Tangerine Dream, Giorgio Moroder e Brian Eno. Il resto è stata semplice evoluzione”.
I tuoi cantanti preferiti?
“Non cerco mai la perfezione da un punto di vista tecnico, per le sono più importanti emozioni e personalità. Si pensi a Roger Waters: è uno dei miei artisti preferiti ma non lo si può certo definire un cantante perfetto dal punto di vista strettamente tecnico; esistono fattori molto più rilevanti della tecnica in quanto tale”.
A proposito del rapporto con il pubblico, è cambiato qualcosa oggi nella figura del musicista compositore?
“Oggi il rapporto artista/pubblico è assolutamente senza pietà. Se un’artista sta fuori è “fuori” veramente, in qualche modo non esiste. Io non mi creo il problema, perché potrei fare a meno di fare questo mestiere oggi. Mi piace farlo semplicemente per divertimento e un pizzico di vanità”.
Cosa c’è da salvare dopo due anni di pandemia?
“L’Occidente ha fatto dei passi eccezionali nel campo della scienza e della tecnica. Da questo punto di vista è intoccabile. Un po’ meno per quello che ha dimostrato nell’aspetto esteriore: non ha pazienza, non si dedica, non ha voglia di studiare, punta a fregare gli altri. Tutte nostre specialità ormai endemiche. Non salvo niente”.
Arte e scienza possono vivere separate?
“Le cosiddette scienze dure, come la matematica e la fisica, e le scienze umane sembrano molto separate, ma in realtà non lo sono. In generale tra la scienza e le altre culture c’è un rapporto inseparabile che andrebbe sempre colmato”.
Che senso ha la vita?
“Non sono la persona adatta per rispondere a domande sul senso della vita. So che in molti si dilettano di rispondere a quelle domande, ma quando leggo i prodotti delle loro riflessioni, sono colpito dall’abisso tra la grandiosità delle domande, e la banalità delle risposte. Preferisco dunque evitare di fare la stessa fine”.
Ok, ma allora avrà un senso morire?
“Parafrasando il matematico Odifreddi direi che ‘La morte è il prezzo da pagare per poter avere una vita interessante. I batteri non muoiono, e continuano a riprodursi dividendosi, ma che vita è mai la loro'”?
Se la tua vita fosse una citazione, quale sarebbe?
“Se non si perde tempo non si arriva da nessuna parte. (Carlo Rovelli)”.
Progetti dopo il nuovo singolo “Estate Invincibile”?
“Il singolo segna anche il debutto nella band ‘Primaluce’ del cantante toscano Alessio Novi, che va ad aggiungersi al chitarrista Andrea Rocchi – fondatore con me della band – e al polistrumentista e arrangiatore Marco Adami. Siamo al lavoro sul secondo album ufficiale del gruppo che vedrà la luce a fine anno col titolo “Presente Esteso”: dieci tracce di rock elettronico in bilico tra la tradizione del sound progressive degli anni Settanta e le atmosfere della nuova musica elettronica. La prima parte dell’album è stata registrata a Parigi nell’estate 2020, la seconda e ultima parte contiamo di finirla nei prossimi mesi di settembre e ottobre in Austria, presso il Colosseum Sound Factory di Adami”.